Ciao!
Questa è Pain de Route, la newsletter più imprevedibile dell’Est, di Eleonora Sacco, che poi sarei io.
È l’1.50 e ho già bucato la consegna. Mi dispiace. Non ci sentiamo da novembre, e speravo che come prima newsletter dell’anno avrei avuto qualcosa di più pregnante di cui scrivere. Invece ho solo il cervello che continua a frullare, da due mesi a questa parte, e che non mi fa uscire dalla centrifuga. A novembre sono tornata dalla terza stagione a Socotra, bella e drenante, come sempre, e mi sono dedicata per intero a un progetto colossale, che ormai è agli sgoccioli. Se sei anche sul canale Telegram sai già di cosa parlo. Ero in un wadi a est di Hadibo, dove internet prende un paio di tacche da un’antenna in un’area remota, da cui poche persone si connettono. A seconda di come tira il vento, a volte la connessione è buona. Da lì, con immensa fatica, ho chiamato Angelo con Zoom senza video, l’unica app che funziona per fare una qualsiasi chiamata da Socotra al resto del mondo. «Allora, ho parlato con questi qui di Cavriago», mi ha detto. «In pratica sono solo 4 puntate, io farei tutte interviste, cioè in pratica noi non dobbiamo fare niente». Angelo non mi sentiva bene, la chiamata andava e veniva. Così gli ho solo detto «va bene, ok, ok!».
Ho 28 anni e quasi 10 mesi, e se da piccola mi avessero chiesto dove sarei stata oggi, non avrei risposto niente di lontanamente simile a sotto un piumone, al computer, in un vecchio appartamento di Milano ovest circondato da scoiattoli, bruciata dall’aver divorato una biblioteca su Lenin in due mesi, a ultimare un progetto colossale con il comune di Cavriago all’1.50 che nel frattempo è diventata l’1.58.
Il 2022 è stato il primo anno da che lavoro a tempo pieno che ho lavorato secondo i piani e, perlomeno lavorativamente, niente (o quasi) fuori dal mio controllo è andato storto. Sembra catastrofista, ma è la storia della mia generazione.
E va bene, ma per il pensiero che in fondo domani chissà, ho lavorato troppo e ho fatto poche cose per me. Pochi viaggi per me, brevi, e nei ritagli di tempo. Poco tempo per me e basta. Ho letto il minimo sindacale, ho visto pochissimi film o serie TV, e soprattutto non ho creato quasi niente, perché non c’era tempo. Che è stata una mancanza fisica, viscerale, che dopo un po’ ha iniziato a farsi sentire.
Così, quando Angelo mi ha proposto di fare qualcosa, ho detto ok, anche se la connessione andava e veniva, anche se giravo in tondo nel wadi sperando prendesse meglio, anche se non avevo capito bene cosa volevo fare, ma gli ho detto ok.
E ora ci siamo quasi.
L’energia che ti dà la creazione di qualcosa è magia pura - la vita era diventata un po’ asfissiante senza la concitazione del progetto, senza il nutrimento delle storie, dei racconti, la migliore porta di evasione dalla realtà. Corriamo verso una scadenza imminente, siamo un po’ in alto mare, ma in qualche modo faremo. Dopotutto è proprio quello che ci hanno insegnato i personaggi delle nostre storie.
Di solito qui in newsletter scrivo un racconto. Parlo di qualcuno, o qualcosa, di solito di qualche casino che è successo. Se anche ti è sfuggita qualche vecchia mail, trovi sempre tutto in archivio. E insomma, mi dà proprio un piacere fisico prendermi queste ore a scrivere quella che in fondo è una lettera a 2600 persone sconosciute. Raccolgo i ricordi, le idee, scrivo, asciugo, limo, riscrivo, mi permetto tutte le pedanterie e puntiglioserie che voglio, e poi invio. Sospiro di sollievo. È andata, ora chissà. Se saranno pomodori, fa niente.
Oggi di storie da raccontare ne avrei talmente tante da rimanere immobile, perché non so neanche da dove iniziare. E la stanchezza bussa alla porta.
C’è da aspettare fino al 26 gennaio, e di storie ne ascolterete di incredibili.
Ci sentiamo presto: per oggi trovate, in basso, solo il programma del nuovo tour in Georgia di aprile e un po’ di nuove annunciaziò.
A presto,
Eleonora
Che sta succedendo
Due cose.
Un nuovo tour in Georgia in primavera, dal 23 al 30 aprile. Le iscrizioni aprono il 18/1 alle 19.30. Tutto il programma dettagliato è sul sito. 1195€ a testa.
Il 26 gennaio esce un nuovo podcast spin-off di Cemento. Si chiama Kult. Ci abbiamo lavorato fino allo sfinimento. Mentre scrivo, non è ancora finito, ma l’importante è crederci e far finta che abbiamo tutto sotto controllo.
Lo presentiamo dal vivo io e Angelo in tre date: 26 gennaio a Bologna, 27 a Milano, 28 a Cavriago.
Tutte le spiegazioni più sotto.
Si torna dove la Georgia sa di Persia, in Kakheti
Mercoledì 18/1 alle 19.30 aprono le iscrizioni per il prossimo tour in Georgia in primavera, da domenica 23 aprile a domenica 30 aprile. In mezzo c’è il 25 aprile e subito dopo c’è l’1 maggio e potete estendere un po’ il viaggio in autonomia, ma sapete contare sicuramente meglio di me che ho fatto disperare il prof. Galli per tutto il liceo.
L’itinerario è ancora una volta nuovo e mi entusiasma moltissimo. È concentrato sull’immensa regione del Kakheti, che oltre a distese di vigneti ha un tripudio di minoranze etniche (azeri, armeni, cosacchi, molokani, ceceni kist, tush et cetera), roba sovietica pazzesca (come un’intera pista aerea abbandonata con i jet sopra), roccheforti e monasteri, paesaggi mozzafiato, che vanno dalle aree aride al confine con l’Azerbaigian ai picchi innevati del Grande Caucaso. Il Kakheti è anche l’area con la più forte eredità persiana in Georgia: e niente, ci toccherà pure andare a caccia di architetture e iscrizioni in persiano.
Un giorno prenderemo un Delica 4x4, delle adorabili scatolette giapponesi anni ‘90 con la guida al contrario (in pieno stile georgiano) per guidare fuori tracciato e arrampicarci un po’ fuori sentiero alla ricerca di grotte medievali dagli affreschi straordinari, dove vivevano gli asceti siriaci. E dove oggi vivono ancora il leopardo e le gazzelle del Caucaso. A Davit Gareji vanno gli altri, fuori sentiero in mezzo al niente andiamo noi. Sarà un’avventura.
L’itinerario dettagliato lo trovate per intero sul sito, qui. Il costo è di 1195€ a persona.
Cos’è questo Kult
Giovedì 26/1 esce un nuovo podcast spin-off di Cemento. Si chiama Kult e racconta un sacco di cose in maniera ingarbugliatissima, ma entusiasmante. Promesso.
È un viaggio alla radice di tutto quello che abbiamo raccontato in tre stagioni di Cemento. Dopo anni passati a parlare di brutalismo, khachapuri, polo con la capra morta e disastri ecologici sentivamo un po’ la necessità di fare una sorta di prequel, ovvero come si è arrivati a sognare di deviare i fiumi siberiani verso le steppe dell’Asia Centrale, ai dittatori turkmeni che sparano i loro libri sacri in orbita nello spazio, o alla pioggia di statue di Lenin che cadono. Siamo andati a sviscerare l’immagine eterna di Lenin, diventata lo stereotipo dell’Unione Sovietica - l’onnipresente statua di Lenin che governa l’Instagram -, che viene replicata all’infinito come simulacro vuoto, ma dietro cui c’è un mondo di significati. Kult fa riferimento alla nascita del culto della personalità di Lenin dopo la sua morte, che ha dato il la a molti altri leader comunisti nel mondo. Ma come sempre è un gioco di parole: la stessa nascita del movimento socialista e poi comunista ha un che di kult.
Le storie che raccontiamo passano in qualche modo (geografico o solo con lo spirito) per un piccolo paesino in provincia di Reggio Emilia, Cavriago. Sono stati loro a chiederci di fare un podcast sulla storia del loro paese. Abbiamo accettato volentieri - o, meglio, Angelo ha accettato anche per me mentre io ero nel delirio di Socotra, promettendomi sarebbero state solo 4 puntate di interviste, in cui noi non dovevamo fare «praticamente niente». Alla storia di Cavriago abbiamo aggiunto del nostro, e sono uscite 10 puntate di vicende incredibili.
Con gli ospiti questa volta abbiamo fatto sul serio. C’è Alessandro Barbero, Massimo Zamboni dei CCCP/CSI, Max Collini degli Offlaga Disco Pax, Guido Carpi, Daniela Steila, Giovanni Savino, Gian Piero Piretto e un manipolo di cavriaghesi fantastici.
Dopo due mesi di biografie di Lenin, storie di pazzi come Bakunin che evadono dalla Siberia circumnavigando il globo (è tutto vero: Nikolaevsk - San Francisco - New York - Londra - Stoccolma) per raggiungere Firenze, storie di rapine del secolo e di navi cariche di esplosivo che saltano per aria nella baia di San Pietroburgo, fabbricazione casalinga di bombe, libri su storie e tematiche improbabili, dai culti, memoriali, rituali, statue, mausolei, proletari, rivolte, casini impossibili e Lenin che fa il turista a Pompei e chiacchiera coi pescatori di Capri, sono un po’ stanchina, ma felice.
Il 21 gennaio sveliamo un po’ di più di cosa parla Kult su Meridiano 13.
🎧 Kult esce il 26 gennaio e sarà disponibile su tutte le piattaforme dove ascoltate podcast.
Presenteremo Kult dal vivo in tre occasioni a fine gennaio a Bologna, Milano e Cavriago. Vi aspettiamo a braccia aperte! I tre eventi sono aperti a tutti e gratuiti. Non c’è bisogno di prenotare. Qui sotto i link agli eventi Facebook con tutti i dettagli:
🗿 26 gennaio / 19:00 - Kult allo @playzoo di Bologna con gli amici di @orecchiabilee - Link: https://www.facebook.com/events/1228162744782128/
🗿 27 gennaio / 19:30 - Kult al @nuovoarmenia di Milano. Link: https://www.facebook.com/events/846872546393953/
🗿 28 gennaio / 11:30 - Kult al @multiplocavriago di Cavriago. Link: https://www.facebook.com/events/876098863431956/
Piani per il futuro
Al solito, si naviga a vista, ma va bene così.
Cose certe:
dal 31 gennaio al 21 marzo sarò a Socotra come sempre a lavorare per Welcome to Socotra. Sarà un’altra stagione intensissima e travolgente. Di nuovo, non l’avrei mai e poi mai detto, ma eccomi di nuovo qui: quarta stagione, un anno e mezzo che ho incontrato l’isola.
A Pasqua porto il mio primo tour Levi/Kel12 National Geographic. È un tour breve in Uzbekistan e sono contenta di andare. I partecipanti saranno completamente diversi da quelli dei miei tour soliti o da quelli che vengono a Socotra, ma sarà un’esperienza. E poi finalmente torno in Asia Centrale: manco dal 2018.
In primavera, magari a maggio/giugno, vorrei riproporre qualche escursione in montagna, ancora in Val Grande o oltre.
Sempre per la primavera, ho in mente una serie di altri progetti e di continuarne altri che ho già sviluppato in passato. Vedremo cosa riuscirò a fare!
In estate, proporrò probabilmente un altro tour in Georgia nella prima metà di agosto e uno in Asia Centrale nella seconda metà. Anche qui, ci si prova.
Se la crisi umanitaria senza senso e completamente ignorata dai media mainstream in Nagorno Karabakh si risolve e non degenera in un’altra guerra di cui il mondo non ha bisogno, vorrei tornare in Armenia a settembre, come abbiamo fatto nel 2022. Non fa più caldo, i paesaggi sono dorati e si supporta un paese piccolo e abbandonato da tutti che io davvero basta, non ho più parole.
Non ho scritto niente, ma continuo ad aggiornare vecchi articoli sul blog, come quello più letto sui Balcani. Pianifico di scrivere un po’ di più quando torno da Socotra.
Consigli stravolti
Che questa volta sono mega stravolti. Una lista random di cose che ho letto, visto, ascoltato dall’ultima volta che ci siamo sentiti.
🎧 Socialismo Tascabile degli Offlaga Disco Pax. Un album capolavoro che vi prepara alla perfezione all’ascolto di Kult. Max Collini, il cantante, sarà nostro ospite in Kult.
📖 La trionferà di Massimo Zamboni. È un libro molto emotivo e molto bello, che ricostruisce in maniera più approfondita l’incredibile storia di Cavriago.
📖 Proletkult dei Wu Ming 2. Non l’ho ancora iniziato, ma Angelo mi ha detto che è bellissimo. Anche qui, racconta in maniera più approfondita la storia di un eretico del bolscevismo che a noi è stato super simpatico.
🎧 La playlist Mehanata Classica Sat Madness dei Gogol Bordello, ispirata a un pazzissimo dj di un leggendario bar bulgaro. Fa spaccare.
📽️ Ho visto Il vento ci porterà via di Abbas Kiarostami, su Mubi, che ha gli abbonamenti a 1€ per tre mesi. Era la prima volta che vedevo un film persiano e mi è piaciuto molto: la fotografia e l’ambientazione in un villaggio curdo sono incredibili. Nel film non succede quasi niente, ed è questo il bello. Film del 1999 che sembra girato nel 1914 se non fosse che ci sono dei telefoni cellulari del pleistocene.
✉️ A capodanno in Albania è venuto anche Gianluca Diegoli, che tiene una seguitissima newsletter di marketing e cultura. Ha raccontato del nostro viaggio col suo sguardo, e ne sono onorata.
A presto!
Un abbraccio,
Eleonora
Grazie Eleonora! Confermo, Proletkult molto carino! Ma a me tutto quello che fanno i Wu Ming piace, quindi forse sono di parte!
Un abbraccione