🦜Dimmi, kukushka, canta...
Nuovi tour primaverili e iscrizioni, uccellini che cantano e un po' di buon vecchio punk psichiatrico dei CCCP e oltre
Ciao!
Questa è Pain de Route, cioè pan di via, la newsletter più imprevedibile dell’Est. Di Eleonora Sacco, che poi sarei io.
Questo è lo spazio dove provo ad arrotolare i fili ingarbugliati di una vita senza copione, annuncio in anteprima gli eventi e i viaggi di gruppo e raccolgo qualche consiglio di ascolto e lettura. Esce quando deve uscire.
Tre novità principali:
1. Lunedì 15/1 alle 19.00 aprono le prenotazioni per i tour primaverili. Il 29/1 escono le anteprime di quelli estivi e il 5/2 alle 19.00 aprono le iscrizioni di quelli estivi. Si farà tutto dal sito di Kukushka Tours. Vedi sezione dedicata più sotto
2. Il 3 e 4 febbraio torna un workshop di podcasting con me e Angelo Zinna ospitati dal magazine Salmon, a Verona. A presto con tutti i dettagli, monitorate loro e il mio Telegram. Vedi sezione eventi
3. C’è l’ensemble nazionale georgiana di canto e ballo Erisioni in tour in Italia, il 9, 10 e 11 marzo a Genova, Padova e Firenze, sono una perla vera da non perdere. Vedi ultima sezione
Live in Mosca, live in Budapest, live in Varsavia
Lungo la Moscova, febbraio 2017
Non ci sono molte cose di cui so con precisione chirurgica in che momento siano arrivate nella mia vita. I CCCP sì. È stato quando ho aggrottato le sopracciglia mentre leggevo chiediasettantasette e bombardierisubeirut, che un mio ex aveva usato come password degli account del giornalino del liceo. I CCCP sono piovuti nella mia adolescenza come un temporale improvviso d’inizio estate. Come quelli dell’ultima settimana di scuola, in cui volevo solo bruciare i libri e fare a gavettoni ma iniziava a fare secchiate d’acqua proprio prima che suonasse l’ultima campanella.
CCCP in che senso?, devo aver pensato. In quel momento, le urla straziate di Emilia Paranoica e la loro geografia dal baricentro un po’ spostato a Est iniziavano a plasmare la realtà che mi circondava, portandola in collisione con nuove galassie a ogni nuova canzone. Erano gli anni in cui Google Maps (una rivoluzione) aveva implementato la funzionalità indicazioni, per cui potevi contare quanti chilometri c’erano tra Milano a Sarajevo e quante ore di viaggio ci avresti messo a percorrere quella strada sognatissima, agognatissima - se i poliziotti bosniaci non ti avessero bloccato per quattro ore alla frontiera, cercando di spillarti soldi con scuse quasi fantascientifiche. Quello Google Maps non lo calcolava ancora.
Mentre spaziavo di stanza in stanza, alla mostra di Reggio Emilia, pensavo che servirebbe una mappa del mondo secondo luoghi oggetti icone citati dai CCCP, come quella fatta per Battiato. Sarebbe un planisfero deforme, dove Gheddafi spunta di fianco al roipnol o al plegine, con Jurij, Mishima e Majakovskij nei vicoli di Istanbul, della Palestina, di Kabul, di Hong Kong o di Pankow, in un loop di valium tavor serenase.
In cui Carpi, Modena, il Tuwat (che grazie ad Anna e Gianluca ho scoperto che non è una storpiatura di qualche remota repubblica siberiana ma un locale di Carpi) compaiono come puntine di uguale dimensione a Beirut, Praga, Sofia, Ankara. Le frasi in lingua straniera non erano in quell’inglese che nonostante tutto nelle canzoni non capivo praticamente mai, ma in un tedesco dal forte accento emiliano che urlava Wir sind die Türken von Morgen, o in un russo stentato, o in un francese magrebino.
In quel reparto di psichiatria in musica, in cui c’era tutto e il contrario di tutto e che apriva le coscienze come vasi di Pandora, luoghi proibiti diventavano a portata di mano. C’era un altro mondo in cui l’inglese e l’America erano irrilevanti, dove le distanze diventavano relative e una diciassettenne poteva sfiorarle con la mente, correndo sulle grida di Giovanni Lindo Ferretti. Smirne. Varsavia.
Se i CCCP hanno arato il terreno, i Kino l’hanno messo a frutto. Anni dopo, e un po’ per caso, sono sprofondata nel vortice del punk-rock tardosovietico, con quelle atmosfere cupe come certi giorni interminabili di gennaio intervallate da sprazzi di luce delirante e fluorescente. Ho vissuto in una Mosca a -24° con la voce grave di Viktor Tsoi sempre conficcata nelle orecchie, mentre consumavo pomeriggi di cieli grigi e neve sciolta in vagoni soffocanti che sfrecciavano nelle viscere della città. Potrei associare ogni regione attraversata dalla Transiberiana a un ritornello dei Kino, o degli Akvarium, o dei Nautilus Pompilius. Quei suoni sono luoghi fisici, emotivi, per me.
Ho iniziato a raccogliere i pezzi quando Boris Grebenshchikov è venuto a fare una data a Milano a settembre, col suo cappello da Zucchero d’oltrecortina che ha viaggiato un po’ troppo in India. Ne pej vina Gertruda, p’janstvo ne krasit dam… C’erano sorprendentemente anche molti più italiani di quelli che pensassi a cantare le canzoni ad occhi chiusi, in estasi, in mezzo alla folla. O quando il procuratore della Kamchatka (che sembrava uscito da una di quelle canzoni, ma era più vero del vero) in vacanza a Socotra ha iniziato a strimpellare e urlare con voce soffiata su un ukulele di plasticaccia Moja oborona…
Questo sostrato è un vaso fatto di cocci rotti, trovati chissà dove e chissà quando, tutti tenuti insieme da un restauro senza criterio, quasi aggraziato. Collegato da un filo rosso un po’ nichilista e disilluso, ma non arreso. Otrjad ne zametil poteri bojca…
Verranno al contrattacco con elmi ed armi nuove,
verranno al contrattacco ma intanto adesso curami
Gennaio mi fa questo effetto. E c’era un po’ tutta questa catasta di nostalgie, suoni distorti, voglia di urlare e andare contro a tutto e tutti quando abbiamo scelto il nome Kukushka per la linea viaggi di Pain de Route e Soviet Tours. Il nome del cuculo, un uccellino dal suono dolce, ma che a Socotra chiamerebbero meskin sekkin: un povero coltello che quando arriva la carne, però, è pronto a tagliare.
Prossimi viaggi
È online l’anteprima dei viaggi primaverili 2024 di Kukushka Tours, che è come da ora in poi si chiameranno i tour Pain de Route e Soviet Tours che facciamo ormai dal 2019. Ci siamo solo dati un nome, ma la sostanza rimane quasi la stessa: l’organizzazione tecnica è di Soviet Tours, io mi occupo per loro della gestione.
Kukushka è viaggi selvatici, come una canzone rock. Niente fronzoli, poche mete ma che conosciamo bene, sempre voglia di vedere cosa c’è oltre, profondo ascolto per l’altro.
Le iscrizioni aprono il 15/1 alle ore 19.00 dal sito di Kukushka
Per ora vi portiamo:
In Armenia, dal 24 marzo all’1 aprile. Con me. 1350€
Itinerario bellissimo e tranquillo, ad alta carica emotiva: c’è tanto, tantissimo da ascoltare, dopo che il paese ha vissuto nel 2023 il suo capitolo più buio dagli anni ‘90, con la definitiva pulizia etnica della popolazione in Karabakh da parte dell’esercito azerbaigiano. Faremo incontri importanti.In Georgia, dal 28 aprile al 5 maggio. Con Arianna Cerea, Crisis Scenario Designer ed esperta MENA. 1290€
Itinerario dedicato alle regioni orientali e alle minoranze del Kakheti, in particolare quella azerbaigiana e cecena. Paesaggi incredibili, cucina che ve lo dico a fare, rituali unici al mondo, relitti sovietici meravigliosi.
In Uzbekistan e Karakalpakstan, dal 25 aprile al 5 maggio. Con Massimiliano Macrì, traduttore dal russo di stanza a Tashkent. 1590€
Itinerario che si allunga dalla modernista Tashkent con le sue architetture aliene, alle distese desolate del Karakalpakstan, dove un nuovo deserto, quello lasciato dalle acque del lago d’Aral che si ritiravano, ha iniziato a impattare seriamente sulla vita delle persone che ci vivono. Cupole blu, mosaici sovietici, maioliche finissime, paesaggi a perdita d’occhio. Ideale se volete visitare questo paese straordinario senza crepare di caldo d’estate: il Karakalpakstan ha registrato nel 2022 e nel 2023 il record di +53° a luglio.In Turkmenistan, dal 25 aprile al 4 maggio. Con me. 1990€
Sì, si può viaggiare in Turkmenistan. È complesso, ma il grosso dello sbattimento ce lo facciamo noi. Un viaggio diverso da qualunque altro abbiate mai fatto e forse farete, attraverso tutte le zone visitabili dagli stranieri di uno dei paesi più chiusi al mondo. Vi aspetto.
Per le date estive ci vediamo sempre sul sito di Kukushka il 29/1 e poi con le iscrizioni una settimana dopo, il 5/2
Prossimi eventi
Il 21 gennaio alle 11.00 in Sala Bobi Bazlen per il Trieste Film Festival io e Angelo Zinna ci chiediamo se ha ancora senso parlare di Est, a Est di chi poi, e se Est abbia mai significato qualcosa. Ingresso libero. Felicissima di tornare in FVG!
Il 3 e 4 febbraio arriva a Verona il Laboratorio di podcasting: ascoltare l’altrove che con Angelo abbiamo già presentato a Internazionale a Ferrara e a Firenze, a dicembre. Info e prenotazioni a breve, monitorate il sito del magazine Salmon, organizzatore dell’evento, o i miei Instagram e Telegram.
A fine gennaio e a inizio febbraio vado a parlare di Asia Centrale e di come mi sono costruita la mia attività nel mondo dei viaggi in due licei milanesi. Non tornavo a scuola da un po’ e so che che ne uscirò sicuramente rigenerata e arricchita.
Se tutto va bene e il mondo non esplode prima, ma proprio mentre scrivo gli USA, UK e amigos hanno iniziato a bombardare gli Houthi in Yemen quindi ormai chissà, a fine febbraio parto per un viaggione impegnativo, in un paese completamente nuovo ma in una zona che punto da tempo, con Arianna Cerea, esperta dell’area e futura kukushka del tour in Georgia di fine aprile.
Sto iniziando a pensare alle prossime escursioni primaverili/estive in montagna, o magari anche sul fiume, con una notte in tenda. Vi aggiorno nelle prossime newsletter.
Consigli stravolti
Questa newsletter è sponsorizzata da un’adv - la prima che faccio e una delle pochissime che farò, credo - per un evento che credo proprio valga la pena segnarsi in agenda.
Il 9, 10 e 11 marzo a Genova, Padova e Firenze rispettivamente saranno le uniche tre date italiane del tour europeo 2024 di Erisioni, l’Ensemble accademica nazionale di canto e ballo georgiana, che esiste continuativamente (!) dal 1885. I biglietti si acquistano su TicketOne.
Erisioni significa ‘alto cielo, oltre i picchi delle montagne’.
Se non conoscete il canto georgiano penso davvero che dovreste conoscerlo. Non solo perché è un’esperienza celestiale di per sé e primo patrimonio immateriale individuato dall’UNESCO nel 2001, ma anche perché una canzone tradizionale georgiana, chakrulo, è una delle 27 tracce incise su un disco d’oro e lanciate nello spazio che la NASA scelse per rappresentare i suoni della Terra da mandare in orbita sul Voyager. A fianco di Beethoven, Stravinskij, Bach, musiche incredibili dalle Isole Salomone, dallo Zimbabwe, dei cori bulgari.
Sia mai che, prima o poi, qualcuno o qualcosa li trovi, li ascolti e capisca che, oltre a sterminarci a vicenda, sappiamo fare anche cose belle. Nel 1990 Voyager ha lasciato il sistema solare: da lì saranno altri 40.000 anni di viaggio prima che incontri un altro sistema planetario.
Questa storia è tanto grandiosa quanto segnata dalle violenza insensata che sembra caratterizzare la nostra specie. Ne ho letto per la prima volta ne La commedia cosmica di Frank Westerman (molto bello, consiglio). Di un qualcosa di simile, il Lunar Codex, che include anche i podcast, ha scritto anche Andrea F. De Cesco nell’ultima newsletter del 2023.
Ecco, Erisioni è una fusione unica e sui generis di canto corale, addirittura a due cori alternati, e danze da molte regioni della Georgia, che hanno influenze storiche e culturali molto diverse. Danze rituali, danze del lavoro, canti per i brindisi e per i banchetti, danze di guerra, canti degli innamorati. Dai ghiacciai dello Svaneti alle pianure umide del Samegrelo, dalla musulmana Agiara alle tracce persiane del Kakheti.
Vengono in Italia per la prima volta ed è seriamente un’occasione da non perdere. Io andrò alla data di Genova, ci vediamo lì!
Per oggi è tutto, a presto!
Eleonora